Powered by Taishart
Photos: Nanni Angeli
All right reserved ©2014
Nato nel 1970, ha il suo imprinting a 100 metri da un faro, con il viso rivolto al mare.
Inizia a suonare la chitarra a 9 anni. Cresce a Palau in un ambiente musicale estremamente stimolante. La chitarra e la voce del padre (suo primo maestro); l’autobus con la batteria, le galline e i meloni; i gruppi rock ‘ che provavano in una vecchia falegnameria (alle prese con i concerti di piazza e le serate di carnevale), lo indirizzano verso una navigazione senza barriere stilistiche nel mondo della musica.
Diplomato Nautico, nel 1989 si trasferisce a Bologna. È durante l’occupazione universitaria del 1990 che nasce il Laboratorio di Musica & Immagine: variopinto ensemble di 14 musicisti che, scardinando le barriere tra i generi musicali e praticando composizione e improvvisazione collettiva, si pone all’attenzione dei principali festival europei di musica innovativa. Sospeso tra il post-rock da camera di Mistress, il duo con Stefano Zorzanello, i set di improvvisazione con Jon Rose, la realizzazione dell’opera di Fred Frith Pacifica, il coro a Tasgia, le funamboliche danze dei serbi Diamant Brin e dei Trabant, inizia a suonare la tuba con la Banda Roncati, straordinaria esperienza di musica nel sociale. Nello stesso periodo è tra i fondatori della Scuola popolare di musica Ivan Illich e dell’etichetta indipendente Erosha. Dal 1993 inizia un percorso a ritroso alla scoperta della radice della sua cultura di origine, passando 10 anni a bottega con Giovanni Scanu (tra le figure di spicco della chitarra sarda del ‘900, scomparso all’età di 95 anni, dal quale apprende le forme e i moduli del canto a chitarra gallurese e logudorese), e frequentando i cantori della settimana santa di Castelsardo, Cuglieri, Santu Lussurgiu ed Aggius.
Tra il 1994 e il 1996 dall’incontro-scontro tra avanguardia extra-colta e tradizione popolare nasce la chitarra sarda preparata: strumento orchestra a 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare propaggine costruita nel CROM di Francesco Concas, Paolo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale.
È del 1995 il suo concept album Dove dormono gli autobus (eseguito live nel ’97 dall’ottetto Fraìli). Nel 1997 vince il concorso Posada Jazz Project e incide Linee di fuga, primo lavoro con la chitarra modificata. Nei concerti, in gran parte internazionali, Angeli si ritaglia da subito l’attenzione della critica. Il binomio Paolo Angeli/Chitarra Sarda Preparata, diviene indissolubile e accompagna la traiettoria artista di un musicista che si muove con determinazione abbattendo le barriere tra i generi musicali. Nel 2003 pubblica per la ReR il live in ‘Solo’ Bucato, sintesi di quattro anni di concerti in tutta Europa. Seguono le tournée in Canada e Stati Uniti, immortalate nelle pubblicazioni live Mede e Drawing Circle. Nello stesso anno, su richiesta di Pat Metheny, progetta un nuovo modello di chitarra sarda preparata. Nella Liuteria Stanzani, con la collaborazione di Francesco Concas e dello Studio MTA, nascono due chitarre gemelle, una delle quali è adottata dal musicista americano. Nel 2005 realizza Nita, l’angelo sul trapezio (ReR) colonna sonora immaginaria che vede coinvolti gran pare dei musicisti della scena creativa bolognese ed esprime in modo dirompente la freschezza di quel movimento musicale.
Nel 2005 Paolo si trasferisce a Barcellona e fa tabula rasa, riscoprendo la gioia di vivere a pochi passi dal mare e metabolizzando nel decennio successivo influenze musicali differenti. Il 2007 si apre con l’eclettico Tessuti (ReR), progetto in Solo dedicato alle composizioni di Fred Frith e Björk, e con il vinile Andature Portanti (Wallace Records). Segue una gemma nella sua produzione: il dualdisc (DVD/CD) Tibi (ReR 2010), basato sul reportage fotografico della chitarra sarda preparata, realizzato da Nanni Angeli e sonorizzato dal vivo in ‘Solo’ con una suite musicale che include nuove composizioni e brani estratti dai precedenti lavori discografici. Il lavoro, si caratterizza come un’importante sintesi realizzata da Paolo sulla chitarra sarda preparata, con un mixing all’avanguardia in 5.1 in supporto alle immagini di Nanni Angeli editate da Simone Ciani.
Nel 2010, dopo aver assistito ad un concerto di Paco de Lucia, Paolo riscopre la semplicità della chitarra ‘nuda’. Acquista una ‘flamenca’ nel ‘barrio della Mina’ di Barcellona (quartiere gitano) e affronta un nuovo approccio alla sei corde. Arriva ad un soffio dal pubblicare un album per chitarra classica ma in fase conclusiva arrangia il materiale per la sarda preparata. Siamo nel 2013 e Paolo sorprende ancora una volta producendo un album non allineato con i suoi lavori precedenti: Sale Quanto Basta (ReR). Il suo approccio alla composizione e all’ improvvisazione esprime un concetto nuovo, che rompe la continuità di una sperimentazione che subisce il fascino del manierismo, per affermare una poetica sospesa tra il jazz contemporaneo, le influenze del flamenco più antico (vissuto nella quotidianità delle bettole di Barcellona, a contatto di gomito con i gitani), le suggestioni arabe, i ritmi balcanici, la musica nord africana, il post rock, il pop di ricerca, le avanguardie storiche e la musica della sua terra. L’album è seguito da S’Û (ReR 2015), che può essere considerato il lato b, quasi una versione introspettiva dello stesso concetto musicale ma con uno zoom sulla contemporaneità rappresentata dal dramma dei migranti. Sublima il trittico il doppio album live Talea (ReR 2017) che documenta il World Tour 2015/16, con registrazioni estratte dai live in Australia, Brasile, Giappone, Turchia, Europa. Un aspetto che caratterizza i tre album è un progressivo utilizzo della voce. Nel cupo vibrato e nei fragili melismi con cui Angeli intarsia la melodia, emerge un arazzo sospeso nel tempo, memoria storica dei grandi cantadores del ‘900 proiettata nel futuro, grazie ad un accompagnamento che abbina la musica da camera alla psichedelia degli anni ’70.
Il 26 gennaio 2018 arriva il sigillo alla carriera pluriventennale di Angeli per il quale si aprono le porte dell’olimpo della musica internazionale: La Carnegie Hall di New York.
Il 2019 è un altro anno chiave che ha inizio con la pubblicazione del decimo album in Solo: 22.22 Free Radiohead una suite basata su una drammaturgia organica, in cui il repertorio della band è trasfigurato, ‘risuonato’ e innestato sulle composizioni inedite di Angeli (di fatto il corpus che fa da collante al lavoro). I brani diventano tasselli di un mosaico, arabeschi che decorano un portale immaginario tra occidente e oriente. La sensazione onirica è che Angeli sia stato coinvolto da Thom Yorke & company per ricomporre la loro discografia in un’unico respiro o che gli abbiano chiesto di trasformare una partitura compiuta in un’opera aperta in cui l’improvvisazione ha un ruolo di primo piano.
Dal 2015 collabora con la cantante e violinista ceca Iva Bittova (Sul Filo 2019) e nel 2018 da vita al duo con il cantautore sardo Iosonouncane, rompendo le barriere tra forma canzone e free music. Tra i sodalizi artistici vanno citati i progetti multimediali con Nanni Angeli (Tibi, Il passo dei Misteri), il duo con Hamid Drake (Uotha Nubop 2005, Deghe ReR 2014), il duo avant-pop con Takumi Fukushima (Itsunomanika, ReR 2011), il trio POG – Piccola Orchestra Gagarin, composto dal batterista catalano Oriol Roca e il violoncellista israeliano Sasha Agranov, (Platos Combinados 2011; Vostok 2016 – Whatabout ), il trio con Ned Rothemberg ed Evan Parker (Free Zone 2007). Dal 2009 le collaborazioni in duo con Antonello Salis (Ma.Ri Auand 2003) e Drake confluiscono nella formula Trio e nel 2010 nasce il quartetto che include Gavino Murgia (Giornale di Bordo, Egea – Sard disc 2011).
Tra le traccie che restano, Paolo continua a suonare con i suoi compagni di viaggio Alberto Masala, Riccardo Pittau e nei progetti con Fred Frith (duo, trio, quartet, Tessitura).
Paolo Angeli è laureato in Etnomusicologia al DAMS di Bologna. Dal 1997 al 2003 ha collaborato con l’ISRE, alla digitalizzazione e costituzione della fonoteca Archivio Mario Cervo, la più importante colllezione al mondo dedicata alla musica sarda. Come ricercatore ha pubblicato Canto in Re (ISRE 2005) – volume storico analitico sul Canto a Chitarra, accompagnato da un cofanetto di 4 CD con incisioni datate tra il 1930 e il 1967. Insieme a Nanni Angeli è il direttore artistico di Isole che parlano, rassegna sospesa tra tradizione e innovazione che si svolge dal 1996 a Palau.
Ha suonato con Iva Bittova, Fred Frith, Jon Rose, Otomo Yoshide, Antonello Salis, Hamid Drake, Evan Parker, Pat Metheny, Louis Sclavis, Paolo Fresu, Ned Rothemberg, Elliot Sharp, Nuno Rebelo, Lukas Simonis, Andy Ex, Verian Weston, Robert Dick, Lukas Ligeti, Phillip Greenlief, Shoko Hikage, Alex MacSween, Gino Robair, Tim Perkins, Frank Schulte, Carlo Actis Dato, Gianni Gebbia, Alberto Masala, Gavino Murgia, Audrey Chen, Mike Evans, Neil Feather, Katt Ernandez, Dan Breen, Janet Fader, Camel Zekri; con la conduzione di Fred Frith, Elliot Sharp, Butch Morris, Giancarlo Schiaffini.
Ha suonato e registrato per BBC 3, NPR (Usa), Radio Rai Tre, Radio Rai due, NPO Vpro radio (Olanda), Hong Kong TV, Sesc TV (Brasile), ABC Radio (Australia) etc.
Si esibisce continuativamente nei festival, teatri, gallerie, avant-jazz club di tutti i continenti. Nelle situazioni informali e in Gara ha accompagnato i più noti Cantadores ancora in attività. Ha svolto conferenze e master class nei Festival Internazionali, nei Conservatori e nelle Università italiane ed estere.